Infinitamente Verona - dall'intelligenza artificiale alla neuroscienza
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- Publication date
- 2008-02-01
30 gennaio - 1 febbraio 2009, Verona, festival delle scienze. Un evento per appassionare il vasto pubblico ai temi più attuali della ricerca nel campo dell'intelligenza artificiale, della robotica e delle neuroscienze, portando i protagonisti del mondo scientifico a diretto contatto con il pubblico, al di fuori delle sedi istituzionali.
Le registrazioni sono state effettuate con un cellulare, quindi perdonate la bassa qualità.
OMAGGIO A HOFSTADTER
Un confronto sull’attualità del volume di Douglas Hofstadter “Gödel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante”: un celebre saggio pubblicato la prima volta nel 1979 e vincitore di un Premio Pulitzer. Ritornare trent’anni dopo ad un’analisi sui misteri della mente e del cervello analizzando e interpretando le differenti letture di questo libro che come ha recentemente scritto lo stesso Hofstadter alle persone piaceva per i motivi più disparati ma raramente se non mai per la sua principale “raison d’être”. Il volume non parla di matematica, arte e musica ma piuttosto di come la conoscenza e il pensiero emergono da meccanismi neurologici ben nascosti.
L’attualità dell’opera di Douglas Hofstadter a trent’anni dalla pubblicazione
Giuseppe Trautteur
Il linguaggio e i numeri nella logica-matematica di Godel
Pierdaniele Giaretta
La matematica nell’arte di Escher: geometria, metamorfosi e percezione
Enrico Gregorio
Gli “strani anelli” nell’opera di J.S. Bach. Un esempio di musica theoretica, tra ars e scientia. Discussione accompagnata dall’esecuzione di alcuni brani delle opere di Bach con un pianoforte digitale
Andrea Cipriani - Federico Fontana
Moderatore: Roberto Giacobazzi
Il titolo di questa tavola rotonda fa riferimento al testo di Hofstadter in cui è presente un esame della forma del canone in musica e una discussione sulla litografia "Mani che disegnano" di Maurits Escher, in cui due mani si disegnano a vicenda. Per descrivere questi oggetti autoreferenti Hofstadter ha inventato l'espressione “Strani Anelli”. La discussione su questa tematica sarà accompagnata dalla performance di Andrea Cipriani che eseguirà alcuni brani tratti dalle opere di Bach utilizzando un pianoforte molto particolare, messo a punto da un gruppo di ricerca del dipartimento di Informatica dell’Università di Verona coordinato da Federico Fontana. Si tratta di un software musicale all’avanguardia per la produzione di suoni di pianoforte. La novità del lavoro sta proprio nell’aver messo a punto un software innovativo che, invece di riprodurre suoni caricati in memoria, simula il comportamento meccanico del pianoforte, permettendo alla macchina di interagire con il musicista nel modo più naturale e “reale” possibile.
NEUROESTETICA
Arte e Neuroni: la neuroestetica
Semir Zeki
“L’arte, come tutte le attività umane, inclusa la moralità, la legge e la religione dipende dalle leggi del cervello ed obbedisce a queste ultime” (S.Zeki, Journal of Consciusness Studies, 2002). Questa convinzione ha portato Semir Zeki, professore di Neurobiologia all’University College di Londra, ad accostarsi allo studio combinato di neurobiologia ed estetica, da lui definito neuroestetica. Ai suoi occhi, per comprendere che cos’è l’arte, cosa la rende così importante e cosa rende un artista migliore di un altro, non si può non fare riferimento al cervello attraverso il quale l’arte viene prodotta ed apprezzata. Pur non essendo ancora del tutto note le basi neurali della creatività artistica e dell’apprezzamento dell’opera d’arte da parte del fruitore, gli enormi passi avanti fatti nella conoscenza delle aree cerebrali deputate alla visione hanno permesso di iniziare a formulare delle leggi neurali che siano alla base di arte ed estetica. Zeki sostiene che non vediamo con i nostri occhi, ma con il nostro cervello; gli occhi non sono altro che un filtro attraverso cui i segnali visivi passano e vengono indirizzati verso le aree visive cerebrali. La visione, pertanto, è un processo di selezione ed individuazione di informazioni essenziali finalizzato alla conoscenza. L’artista, attraverso il suo sistema visivo, conosce la realtà e, di conseguenza, si forma delle idee (ad esempio l’idea di amore, di un paesaggio naturale, di una linea diritta) che poi rappresenta nelle sue opere. Allo stesso modo anche il fruitore delle opere d’arte utilizza il sistema visivo per creare la propria idea di bellezza in base alla quale apprezzare o meno un’opera. Attraverso la neuroestetica Zeki ha aperto la strada ad un campo di ricerca totalmente nuovo nel quale l’arte viene analizzata sulla base dello studio dei meccanismi neurobiologici che determinano il funzionamento del cervello; inoltre, mettendo in evidenza che l’arte è un prodotto del cervello ed obbedisce alle sue leggi, la neuroestetica sta assotigliando il confine tra arte e scienza.
Le registrazioni sono state effettuate con un cellulare, quindi perdonate la bassa qualità.
OMAGGIO A HOFSTADTER
Un confronto sull’attualità del volume di Douglas Hofstadter “Gödel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante”: un celebre saggio pubblicato la prima volta nel 1979 e vincitore di un Premio Pulitzer. Ritornare trent’anni dopo ad un’analisi sui misteri della mente e del cervello analizzando e interpretando le differenti letture di questo libro che come ha recentemente scritto lo stesso Hofstadter alle persone piaceva per i motivi più disparati ma raramente se non mai per la sua principale “raison d’être”. Il volume non parla di matematica, arte e musica ma piuttosto di come la conoscenza e il pensiero emergono da meccanismi neurologici ben nascosti.
L’attualità dell’opera di Douglas Hofstadter a trent’anni dalla pubblicazione
Giuseppe Trautteur
Il linguaggio e i numeri nella logica-matematica di Godel
Pierdaniele Giaretta
La matematica nell’arte di Escher: geometria, metamorfosi e percezione
Enrico Gregorio
Gli “strani anelli” nell’opera di J.S. Bach. Un esempio di musica theoretica, tra ars e scientia. Discussione accompagnata dall’esecuzione di alcuni brani delle opere di Bach con un pianoforte digitale
Andrea Cipriani - Federico Fontana
Moderatore: Roberto Giacobazzi
Il titolo di questa tavola rotonda fa riferimento al testo di Hofstadter in cui è presente un esame della forma del canone in musica e una discussione sulla litografia "Mani che disegnano" di Maurits Escher, in cui due mani si disegnano a vicenda. Per descrivere questi oggetti autoreferenti Hofstadter ha inventato l'espressione “Strani Anelli”. La discussione su questa tematica sarà accompagnata dalla performance di Andrea Cipriani che eseguirà alcuni brani tratti dalle opere di Bach utilizzando un pianoforte molto particolare, messo a punto da un gruppo di ricerca del dipartimento di Informatica dell’Università di Verona coordinato da Federico Fontana. Si tratta di un software musicale all’avanguardia per la produzione di suoni di pianoforte. La novità del lavoro sta proprio nell’aver messo a punto un software innovativo che, invece di riprodurre suoni caricati in memoria, simula il comportamento meccanico del pianoforte, permettendo alla macchina di interagire con il musicista nel modo più naturale e “reale” possibile.
NEUROESTETICA
Arte e Neuroni: la neuroestetica
Semir Zeki
“L’arte, come tutte le attività umane, inclusa la moralità, la legge e la religione dipende dalle leggi del cervello ed obbedisce a queste ultime” (S.Zeki, Journal of Consciusness Studies, 2002). Questa convinzione ha portato Semir Zeki, professore di Neurobiologia all’University College di Londra, ad accostarsi allo studio combinato di neurobiologia ed estetica, da lui definito neuroestetica. Ai suoi occhi, per comprendere che cos’è l’arte, cosa la rende così importante e cosa rende un artista migliore di un altro, non si può non fare riferimento al cervello attraverso il quale l’arte viene prodotta ed apprezzata. Pur non essendo ancora del tutto note le basi neurali della creatività artistica e dell’apprezzamento dell’opera d’arte da parte del fruitore, gli enormi passi avanti fatti nella conoscenza delle aree cerebrali deputate alla visione hanno permesso di iniziare a formulare delle leggi neurali che siano alla base di arte ed estetica. Zeki sostiene che non vediamo con i nostri occhi, ma con il nostro cervello; gli occhi non sono altro che un filtro attraverso cui i segnali visivi passano e vengono indirizzati verso le aree visive cerebrali. La visione, pertanto, è un processo di selezione ed individuazione di informazioni essenziali finalizzato alla conoscenza. L’artista, attraverso il suo sistema visivo, conosce la realtà e, di conseguenza, si forma delle idee (ad esempio l’idea di amore, di un paesaggio naturale, di una linea diritta) che poi rappresenta nelle sue opere. Allo stesso modo anche il fruitore delle opere d’arte utilizza il sistema visivo per creare la propria idea di bellezza in base alla quale apprezzare o meno un’opera. Attraverso la neuroestetica Zeki ha aperto la strada ad un campo di ricerca totalmente nuovo nel quale l’arte viene analizzata sulla base dello studio dei meccanismi neurobiologici che determinano il funzionamento del cervello; inoltre, mettendo in evidenza che l’arte è un prodotto del cervello ed obbedisce alle sue leggi, la neuroestetica sta assotigliando il confine tra arte e scienza.
- Addeddate
- 2009-02-02 08:53:20
- Identifier
- InfinitamenteVerona-DallintelligenzaArtificialeAllaNeuroscienza
- Taped by
- Federico Pistono
- Year
- 2008
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